Tricosmetology
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Tricosmetology

Articolo a cura del Prof. Umberto Borellini

 

 

I Masai applicano ritualità magiche per “far piovere” solo sino a
quando non tagliano barba e capelli. Gli yogi indiani si lasciano
crescere i capelli a dismisura perché li ritengono capaci di catturare
il prana, cioè l’energia dell’universo… Ma anche ognuno di noi,
maschio o donna che sia, è perfettamente conscio di quali “magie”
siano capaci i capelli quando sono sani, lucenti, vigorosi al tatto e
alla vista: aumentano l’autostima e le capacità d’attrazione, dando
un’impennata al buonumore.
Ci si vede più belli, anche sotto un profilo “filosofico” antico
un’accezione che voleva uniti il buono ed il bello, e quindi poter
contare ogni giorno su una chioma perfetta e sul benessere
psicologico che ne consegue, è un desiderio comune a tutti.

Mentre la tristezza avanza quando i capelli appaiono fragili,
devitalizzati, spenti e afflitti da forfora, seborrea e altre
problematiche. Colpa, il più delle volte, delle ripetute aggressioni
da parte di tensioattivi detergenti troppo aggressivi, torridi colpi
di phon e di prolungate esposizioni all’inquinamento indoor e outdoor
(depositandosi sui capelli smog e polveri  ne rovinano la cuticola) e
stress psicoemozionali.

 

IL PASSAGGIO, SCONTATO MA FONDAMENTALE: LA DETERSIONE

In capelli che subiscono una detersione aggressiva – acqua troppo
calda e shampoo schiumogeni, ricchi di tensioattivi anionici (ovvero
dotati di carica elettrica negativa), provoca quasi sempre un
aggravamento dei disturbi e di cattivi risultati estetici. La
cheratina di cui sono costituiti i capelli si indebolisce a contatto
con l’acqua e specialmente con i tensioattivi di minor qualità, che
possono persino modificare la composizione chimica di questa proteina
e renderne permeabile la struttura. Così, l’acqua riesce a infiltrarsi
nelle catene di aminoacidi di cui è formata la cheratina che,
rigonfiandosi, si impregna di umidità e per qualche ora si dimostra
meno efficiente nell’opporsi alle aggressioni esterne. Molti
detergenti, poi, spezzano i ponti di zolfo e rendono meno compatta la
proteina, per non parlare dell’impoverimento lipidico dovuto allo
sgrassamento, che determina una certa secchezza cutanea. Per un check
up di massima, in ogni caso piuttosto indicativo, basta osservarne la
texture: se è lucente e morbida, significa che il capello sta bene,
perché le squame cheratiniche sono compatte e, di conseguenza, la
corteccia è ben nutrita; se, al contrario è opaca e “stopposa”, il
capello è sofferente. In via preliminare a qualsiasi trattamento
normalizzante, dunque, è indispensabile scegliere accuratamente
prodotti e modalità dello shampoo. Il principio generale è
privilegiare gli oli lavanti, molto delicati e che asportano il sebo
per affinità, ossia combinandosi con il sebo e le particelle di
sporcizia senza penetrare nella cute o nelle strutture cheratiniche, o
i prodotti a base di tensioattivi dolci, di origine naturale,
derivati da una combinazione di olio di cocco e glucosio. La loro
azione risulta ancora più mirata se vengono addizionati con estratti
vegetali selezionati in base alle esigenze dei vari tipi di capello:
per esempio, olio di mandorle dolci, di jojoba o di germe di grano per
i capelli aridi; avena, miglio, lino e guar per i capelli secchi e
sfibrati; camomilla e calendola per quelli delicati ed irritabili;
ortica e propoli per la forfora; bardana e betulla per i capelli
grassi. Specifico per gli sportivi e le persone sempre in viaggio o
pressate dagli impegni: meglio evitare l’acquisto di uno shampoo
doccia qualunque e preferire prodotti composti da schiumogeni
delicati, impreziositi da lipidi naturali che ammorbidiscono la pelle
e i capelli, e ricchi di oli essenziali, come menta e timo, dalle
proprietà rinfrescanti e antisettiche, caratteristiche importanti
soprattutto se si frequentano palestre e/o piscine.

 I gesti basici dello shampoo e dopo shampoo.

· Indipendentemente dal tipo di capello – grasso, secco, con forfora o
altro – se si utilizza uno shampoo delicato, seboaffine, si possono
effettuare anche shampoo giornalieri, senza incorrere nel rischio di
sfibrare i capelli.

· Usare lo shampoo sui capelli bagnati, a piccole dosi, dopo averlo
diluito con un po’ d’acqua. Durante il lavaggio, l’acqua deve essere
tiepida per non alterare l’equilibrio del sebo. Massaggiate lo shampoo
dolcemente, a palmi piatti, poi emulsionatelo con i polpastrelli dalla
nuca alla sommità del capo: il massaggio è fondamentale, rilassa e
riattiva la circolazione del cuoio capelluto. Per il risciacquo,
utilizzare acqua tiepida e terminare con un getto freddo, che rende brillanti
e ravviva il colore.
Infine, tamponare i capelli con la salvietta senza strofinarli e passare un
pettine in legno a denti larghi: un accorgimento valido soprattutto
per i capelli lunghi che, bagnati, sono più fragili e si spezzano
facilmente.

· Importante anche l’applicazione di crema o balsamo per i capelli,
che aiutano ad inguainare il capello in una pellicola trasparente ed
elastica, che protegge dalle aggressioni esterne, smog e raggi Uv, e
aiuta le cellule della cuticola a ritornare aderenti le une alle
altre.

Per quanto riguarda, invece, le formulazioni, per i capelli fini o
decolorati, meglio quelli a risciacquo, mentre per districare capelli
ricci o secchi sono più indicati quelli senza risciacquo.

· Le maschere, invece, sono utili una-due volte la settimana, per
donare plasticita’ e consistenza.

· Infine, prima di passare il phon, tamponare a lungo i capelli, in
modo da ridurre i tempi di esposizioni al getto caldo, e mantenere
almeno 20 cm di distanza tra l’apparecchio e i capelli, così da
limitarne l’effetto aggressivo.

 

LOZIONI E IMPACCHI, TRATTAMENTI STRONG PERFETTI A PRIMAVERA

Anticaduta, a base di pro-vitamina B5,estratti vegetali
fito-ormonali (Salvia, Palmetto della florida) e Caffeina, soprattutto,
ma anche antiforfora con oli essenziali di Timo o Tea tree, tra i
principi attivi: le lozioni sono prodotti con una marcia in più,
ottimi da utilizzare durante i cambi di stagione per incrementare la
circolazione periferica del cuoio capelluto, apportare sostanze
nutritive, stimolare la riproduzione cellulare e svolgere azione
antisettica e antiossidante. Si applicano sui capelli umidi o
asciutti, massaggiando per bene il prodotto su tutto il cuoio
capelluto, almeno 1-2 volte la settimana per periodo di uno-due mesi.

 

TINTURE ACCONCIATURE, CHE PASSIONE

 Non solo con taglio e messa in piega: anche e soprattutto con la
tintura si può intervenire sulla capigliatura per trasmettere
un’immagine di sé rinnovata e che, si ritiene, magari, anche più
espressiva di quella naturale. Le tinture, in genere, non danneggiano
il capello se effettuate in modo corretto e, soprattutto, se non
permangono residui di colorante sul cuoio capelluto. Meglio, in ogni
caso, preferire quelle a base di principi attivi naturali, come le
erbe, più delicati, tanto da poter essere applicati anche subito dopo
trattamenti “stressanti”, come le permanenti.

Tra i principi coloranti naturali più interessanti e utilizzati c’è,
sicuramente l’hennè, ricavato dalle foglie di henna un arbusto
subtropicale diffuso in Africa e Asia che, tra l’altro, ha diverse
possibilità d’uso: per imprimere sfumatura di tonalità rame, oppure,
nella formulazione incolore, per tonificare i capelli in profondità
con impacchi mensili.
Molto utilizzati anche le tinte da fare a casa: unica avvertenza è di
seguire scrupolosamente le indicazioni, rispettare i tempi di posa ed
effettuare sempre preventivamente un autotest, per accertarsi che le
sostanze chimiche presenti non siano irritanti per l’organismo,
soprattutto se si soffre di allergie. Basta mettere una goccia di
miscela nell’incavo del braccio o del ginocchio, lasciare in posa 20
minuti, quindi sciacquare bene ed aspettare 24 ore: se nella zona non
compaiono arrossamenti o pruriti, si può utilizzare tranquillamente il
prodotto.

 

SHAMPOO

Gli shampoo costituiscono il settore principale dell’igiene dei
capelli e del cuoio capelluto, vengono generalmente proposti in forma
liquida, crema o gel.

Loro scopo è detergere la zona nel modo più corretto e meno dannoso
possibile. La via abitualmente scelta è quella dell’impiego di
tensioattivi detergenti, più o meno schiumogeni ed il cui compito è
quello di asportare lo sporco, il sebo in eccesso e l’eventuale
desquamazione del cuoio capelluto.

I detergenti anionici sono i più utilizzati dall’industria cosmetica,
ma anche fra questi esistono differenze notevoli, sia nel
comportamento tensioattivo sia nella maggiore o minore tollerabilità.

Uno dei più usati è il sodio lauril solfato, (SLS) sicuramente
aggressivo ma non così dannoso come qualcuno vuol far credere, (non è
cancerogeno!) che appartiene al gruppo degli Alchil – Solfati.

A questi di solito si abbinano i tensioattivi anfoteri quali la
cocamidopropil betaina che hanno indice di irritazione più basso.

L’aspetto più negativo sembra essere l’azione sgrassante – essiccante
e la capacità penetrativa. (Un consiglio per tutti: diluite sempre con
un po’ di acqua lo shampoo al momento dell’utilizzo).

Un rimedio formulativo consiste nell’introdurre dosi di ingredienti
protettivi vegetali e biologici in grado di creare una guaina
difensiva sui capelli (oli, proteine, oppure prodotti in grado di
fissarsi sullo stelo dei capelli).

Una citazione meritano anche i cosiddetti “shampoo a base di erbe” o,
se si preferisce, “naturali”; questi sono additivati di estratti
vegetali o oli essenziali, ma ciò porta a chiedersi quali reali
vantaggi si possono ottenere nel breve spazio di contatto tra lo
shampoo e i capelli.

A parte quindi gli shampoo antiforfora che utilizzano specifiche
sostanze citostatiche e antimicotiche (es climbazolo), le piante
trovano comunque ampio impiego negli shampoo: la camomilla è utile per
donare riflessi dorati ai capelli chiari; l’ortica, ricca di
amminoacidi, li protegge; il tè e l’edera li rendono più scuri… e così
via. Resta chiaro che le sostanze vegetali risultano più efficaci se
introdotte in prodotti come le fiale e le lozioni, da frizionare sul
cuoio capelluto e non da risciacquare come gli shampoo.

 

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