La Detonsurazione
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La Detonsurazione

Riduzione dell’area calva 
Detonsurazione di Blanchard e Hunger
– scalp reduction –
scalp lifting –
galeoplastica
 

 

a cura di
dr. Andrea Marliani
dermatologo – endocrinologo
in Firenze
 

 

 
 

In chirurgia tricologica è la tecnica più semplice ed intuitiva proposta da Blanchard e Hunger nel 1977. Consiste nell’asportare chirurgicamente una “losanga” di cuoio capelluto alopecico e suturarne poi i lembi. Scopo dell’intervento è ridurre l’area calva e, una volta che questa è stata ridimensionata, finire, eventualmente, il lavoro con un autotrapianto. Prima dell’intervento occorre valutare empiricamente con i polpastrelli delle dita l’elasticità del cuoio capelluto per evitare di trovarsi poi, una volta eseguito l’intervento, nell’impossibilità di chiudere la breccia operatoria. L’intervento viene effettuato in anestesia locale e, se necessario, può essere più volte (sempre con qualche mese di intervallo). sono comuni, dopo l’intervento, l’edema e la cefalea che scompaiono in qualche giorno. Il lavaggio della testa è in genere consentito dopo 3 – 4 giorni.

 


Una variante tecnica prevede l’uso di “espansori cutanei” (secondo Kabaker). Si tratta, in pratica, di “palloncini” di materiale biocompatibile che vengono introdotti nel tessuto sottocutaneo in vicinanza dell’area da “detonsurare”, 45 – 60 giorni prima dell’intervento. L’espansore, posizionato sotto la cute, viene lentamente e progressivamente riempito di soluzione fisiologica con una comune siringa attraverso una valvola monidirezionale, in modo da espandere la cute soprastante creando volume. In questo modo, al momento dell’intervento, sarà disponibile un lembo di tessuto (provvisto di capelli) da poter utilizzare per coprire l’area calva.

 

 

Ovviamente, portare queste “protuberanze” sulla testa in attesa dell’intervento, è fonte di problemi estetici e relazionali non indifferenti.
Più recente è l’uso dell’ “estensore sottocutaneo” (extender), una sorta di tirante, che ha minimizzato gran parte dei disagi degli espansori classici. Si tratta di uno strumento dello spessore di 0,5 mm, in silicone elastico, con alle estremità degli uncini di titanio che si inseriscono nella galea; la sua lunghezza può essere diversa in relazione alla dimensione della zona da ridurre. In corrispondenza della zona glabra, di solito il vertice, viene praticata una incisione ellittica che permette di inserire l’estensore, ancorato ed in tensione, mediante gli uncini, alla galea capitis, poi la ferita viene suturata con filo trasparente e sottile, in sostanza invisibile. L’estensore è percepibile solo al tatto ma praticamente non è visibile e permette una ottima vita di relazione evitando l’inconveniente più grave degli espansori. Dopo circa un mese la tensione dell’estensore ha notevolmente ridotto la zona calva avvicinando i margini di cute “espansa” e coperta di capelli.

 

 

Il chirurgo toglie l’estensore, viene rimossa la cute calva ed i bordi riassestati e suturati definitivamente. I risultati migliori si ottengono su una superficie che potremmo definire di media calvizie, quella le cui dimensioni vanno da 10 a 13 cm di diametro.

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