Discussioni di Chirurgia Tricologica
Vincenzo Gambino
– Milano –
Carlo Grassi
– Montecatini –
Massimo Cioccolini
Ascoli Piceno –
Questo che qui riportiamo è un dialogo “mai avvenuto” fra tre dei migliori chirurghi tricologi d’Italia: il dr Vincenzo Gambino, il dr Massimo Cioccolini ed il dr Carlo Grassi.
Si tratta di un dialogo mai avvenuto ma non inventato, perché è stato “ricostruito” con frasi scritte da loro su articoli diversi.
L’intento è dimostrare come, pur con tecniche e idee leggermente diverse, si possano ottenere risultati quasi sempre ottimali e come non esista una modalità chirurgica migliore in assoluto ma come questa debba essere vista in funzione dell’operatore e come spesso debba essere reinventata per adeguarsi alle aspettative del paziente.
Gambino
Nella società moderna l’immagine è sempre più importante.
Per questo, un numero sempre maggiore di uomini vuole migliorare il proprio aspetto attraverso il rinfoltimento dei capelli.
Cioccolini
E’ noto come nella società contemporanea si prediliga l’apparire piuttosto che l’essere e si tenda sempre di più a dare valore all’immagine di un individuo rispetto ai contenuti del suo pensiero, la comunicazione di massa spinge quotidianamente verso modelli estetici, a volte irraggiungibili, con conseguente stress per l’equilibrio di quei soggetti che non riescono a vivere serenamente il confronto.
I capelli sono parte integrante ed essenziale dell’aspetto esteriore della persona e la loro perdita è difficilmente accettata con indifferenza poiché l’avere una sembianza gradevole è considerato da molti una prerogativa fondamentale del successo; pertanto la calvizie è spesso vissuta come una menomazione ansiogena e deprimente che può condizionare negativamente la vita di relazione dell’individuo.
Grassi:
Nella seconda parte del nostro secolo la chirurgia ha iniziato ad interessarsi del problema della calvizie. Il progressivo perfezionamento delle metodiche che prevedono il trapianto di capelli ha permesso di raggiungere risultati sempre più naturali e soddisfacenti tanto che questa correzione è oggi divenuta la più comune nel sesso maschile, ancora più richiesta del modellamento estetico del naso. Nella razza bianca la calvizie interessa infatti circa il 60% degli uomini sotto i trenta anni ed il 70% degli uomini oltre questa età. Anche le donne richiedono sempre più spesso questa metodica per diradamenti del capillizio costituzionali, patologici o successivi a particolari terapie
Cioccolini
Da quando Okuda negli anni ’30 lo descrisse per la prima volta e Orentreich alla fine degli anni ’50 lo consacrò definitivamente, l’intervento di autotrapianto di capelli ha avuto una evoluzione tecnica costante e progressiva consentendo oggi il conseguimento di un risultato estetico ottimale.
Fin dagli inizi i risultati furono a dir poco entusiasmanti: per la prima volta si era riusciti ad ottenere quello che la dermatologia tricologica aveva da sempre ricercato senza successo: la crescita di nuovi capelli in zone oramai irrimediabilmente calve.
L’intervento, infatti, poggiando su basi biologiche inoppugnabili, i bulbi piliferi della zona donatrice mantengono la loro capacità recettoriale una volta trasposti nella sede di ricezione, se eseguito correttamente porta sempre, in termini di crescita, ad un buon risultato.
Fin dall’inizio, però, gli entusiasmi furono smorzati da alcune critiche: certamente, per la prima volta, si assisteva alla crescita di nuovi capelli; qualitativamente, però, il risultato lasciava a desiderare: in sede occipitale reliquavano esiti cicatriziali a volte considerevoli
Ciò era dovuto essenzialmente alla tecnica di prelievo usando infatti dei punches un pò rudimentali e di dimensioni considerevoli le cicatrici residue in sede occipitale erano molto evidenti tanto da non consentire, a volte, la possibilità di reintervenire successivamente; gli stessi strumenti in sede di reimpianto provocavano poi la crescita a “ciuffo di bambola” dei nuovi capelli.
Grassi
La chirurgia della calvizie rappresenta l’unica via percorribile in modo serio qualora siano risultate inefficaci o insufficienti le varie terapie mediche.
Assolutamente da evitare la impiantologia per le gravi complicazioni infiammatorie in cui inevitabilmente incorre e l’estrema precarietà del risultato.
Nella calvizie androgenetica il metodo attualmente più seguito è sicuramente la tecnica del “punch-graf” (letteralmente: perfora e innesta) con i microinnesti.
La vera svolta qualitativa della chirurgia tricologica, che avrebbe cambiato il destino di questa tecnica, si è avuta solo dopo il 1990 quando fu messo a punto un particolare bisturi che, avendo la possibilità di montare due o più lame parallele fra loro,consentiva un prelievo lineare a banda delle dimensioni volute.
La perdita di sostanza dopo il prelievo veniva suturata con un esito cicatriziale pressochè impercettibile e quindi con la possibilità di eseguire nel tempo ulteriori interventi; si era inoltre in grado di reintervenire in regioni già compromesse in precedenza dall’uso dei punches con il doppio effetto di ridurre le vecchie cicatrici e di recuperare i bulbi residui tra una cicatrice e l’altra.
Il prelievo a banda, inoltre, risolveva l’altra difficoltà dell’intervento: l’operatore aveva infatti a disposizione una porzione di cuoio capelluto da cui poteva ricavare degli innesti di dimensioni variabili a seconda delle necessità: isole mono o bi bulbari per la linea frontale ed allo stesso tempo isole più ricche di capelli per le regioni più arretrate.
Grassi
Abbandonato l’antico prelievo ad isole separate, il sistema che secondo la mia esperienza sembra dare le maggiori garanzie ed affidabilità sia per il risultato estetico, sia per la maggiore disponibilità dell’area donatrice ad eventuali successivi interventi, nonché per la rapidità di guarigione e la assoluta asintomaticità del punto operato, è il prelievo, con bisturi monolama, di una unica e relativamente piccola, porzione di cuoio capelluito avente una forma ellittica, tale quindi da consentire una chiusura diretta che lascia una cicatrice lineare trasversa pressoché invisibile .
Eseguito il prelievo vengono poi ricavate le singole isole.
Queste (fra 50 e 150) possono avere forma e dimensione diverse a seconda della tecnica utilizzata: io utilizzo quasi sempre mini-isole di 2 – 3 mm di diametro e riservo quelle più piccole , di diametro inferiore a 2 mm alla linea anteriore frontoparietale. La preparazione dei singoli innesti viene effettuata con estrema precisione e delicatezza con l’ausilio di mezzi ottici di ingrandimento.
Cioccolini
Il fatto di avere a disposizione isole di piccole dimensioni contenenti uno, due o tre capelli ha posto il problema del come creare siti di ricezione idonei a contenerle; si sono pertanto usati gli accessori più vari: dagli aghi di diverse dimensioni, ai dilatatori a vite usati dagli odontoiatri per le terapie canalari, ai banali stecchini di legno, a tagli eseguiti con lame di bisturi.
Per ottimizzare comunque l’intervento ed arrivare agli alti livelli qualitativi attuali è stato messo a punto negli ultimi anni uno strumentario chirurgico specifico e non preso in prestito come in passato dalla chirurgia generale o dall’odontoiatria.
Oltre al bisturi multilama, infatti, l’armamentario terapeutico si è arricchito di accessori specifici atti a facilitare le diverse fasi dell’intervento per la creazione dei siti di ricezione sono stati introdotti dei punches che hanno la particolarità di presentare un occhiello che permette la fuoriuscita automatica delle porzioni di cuoio capelluto glabre senza che sia necessario estrarle manualmente, ciò rende molto più veloce questa fase dell’intervento; le incisioni per l’introduzione delle micrografts possono essere eseguite da particolari punte lanceolate monouso montate su manici metallici simili a matite portamine; si ha il vantaggio così di poter regolare la profondità dell’incisione in base allo spessore della banda ed avere un taglio calibrato sicuramente migliore di quello ottenuto usando lame n. 11 o 15 o dagli aghi di Nocor.
Il posizionamento delle isole è infine sicuramente agevolato dall’uso di pinze le quali posseggono la giusta inclinazione per eseguire al meglio questa delicata operazione.
Grassi
Secondo la mia esperienza i singoli innesti sono collocati nell’area frontoparietale alopecica in microincisioni distanziate tra loro di 5 mm. Tale distanza consente di mantenere un circolo ematico sicuramente adeguato all’attecchimento dei piccoli segmenti innestati. Questi tagli misurano 2-3 mm e non devono superare in profondità il limite della galea aponeurotica così da evitare sanguinamenti fastidiosi e non disturbare il trofismo del cuoio capelluto. L’utilizzo in questa fase del laser non comporta alcun vantaggio. Al contrario allunga il tempo operatorio e, provocando una seppure minima necrosi dei margini della incisione, lascia un “letto” meno vitale all’inserimento dell’innesto.
Nella parte più anteriore le incisioni dovranno rispettare una inclinazione in avanti di 60° in modo che i “nuovi” capelli possano crescere con lo stesso orientamento dei capelli preesistenti residui.
Al termine della procedura si appoggia una semplice medicazione con garza vaselinata per 24 ore circa ma spesso si può evitare ogni fasciatura.
Subito dopo l’intervento i follicoli trapiantati entrano in fase telogen come risultato dello “shock” chirurgico. Dopo 10-12 settimane inizia la fase di crescita ad una velocità di circa 1 cm per mese. Prima che i capelli trapiantati raggiungano la lunghezza sufficiente a produrre un beneficio estetico è necessario aspettare circa 3-4 mesi .
La semplicità dell’operazione e la quasi totale inapparenza dell’area operata hanno reso questi microinnesti sempre più accettati con entusiasmo dai pazienti. Il risultato ottenibile si avvicina molto alla situazione naturale desiderata. Ovviamente esso dipende molto dalla estensione della superficie da coprire e dalla quantità di capillizio ancora presente. L’infoltimento migliore è graduale e progressivo e necessita quindi della piena disponibilità, pazienza e costanza, sia del chirurgo che del paziente.
Cioccolini
Nell’intervento è anche importante il comfort del paziente; a tale proposito è stato ideato un particolare cuscino che permette al paziente stesso di trovare una comoda posizione anche nelle fasi dell’ intervento che debbono essere eseguite in posizione prona.
Gambino
Dobbiamo anche tenere sempre a mente che i pazienti che si sottopongono alla chirurgia tricologica sono influenzati da numerosi messaggi pubblicitari che ne condizionano le aspettative incrementando le loro esigenze. E’ perciò necessario che il medico dedichi molto tempo al dialogo con loro, allo scopo di comprendere le singole problematiche, le aspettative e consigliarlo al meglio.
Cioccolini
Se si può oggi tranquillamente affermare che siamo attualmente in grado di cancellare, o quantomeno di ridurre, gli inestetismi della calvizie praticando l’autotrapianto di capelli che, se eseguito correttamente da mani esperte, produce un risultato sempre soddisfacente è poi indubbiamente la preventiva selezione del paziente che, se superficiale, può pregiudicare il buon esito dell’intervento. E’ quindi assolutamente necessario uscire dalla logica di eseguire l’autotrapianto a tutti ed a tutti i costi ma occorre avere il coraggio di dissuadere quei soggetti per i quali il problema della perdita dei capelli non è che la punta di un iceberg di più profonde nevrosi, fobie ed ossessioni.