La Dermatite Artefatta
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La Dermatite Artefatta

a cura della Redazione
del GITri
Firenze
 

La dermatite artefatta (DA) è caratterizzata dalla presenza di lesioni cutanee auto-provocate per soddisfare una necessità psicologica inconscio sottostante, che di salito consiste nel bisogna di essere curata a di richiamare l’attenzione medica. Il paziente può essere più a meno conscia di prodursi le lesioni, ma negherà ogni ruolo nel processo. L’esordio avviene in genere durante l’adolescenza a la gioventù e prevale nel sesso femminile. Non è inusuale il fatta che i pazienti abbiano lavorato a abbiano stretti familiari nel campo medico. Quando viene consultato il dermatologo, spesso sono già state effettuate numerose visite pressa altri specialisti e addetti alla cura della salute, nonché adottati numerosi approcci diagnostici, con risultati negativi e trattamenti dichiarati inefficaci.
Le lesioni cutanee sana straordinariamente variabili, a seconda dell’ingenuità del paziente. Tendono a comparire all’improvviso in sedi cutanee sane facilmente raggiungibili e possono essere bizzarre come forma e distribuzione. Alcuni elementi mimano dermatosi nate o perpetuano una precedente diagnosi dermatologica convalidata. Una lesione traumatica o chirurgica di lieve entità può “continuare a non guarire”. Gli elementi sano presenti in vari stadi di guarigione più che di evoluzione. I possibili metodi di auto-induzione comprendono l’applicazione di prodotti chimici, l’iniezione di sostanze estranee a di materiale infetto, ustioni, pizzicotti, suzioni, perforazioni, grattamento ecc. La diagnosi differenziale dermatologica è determinata dalla morfologia della lesione e la vasculite necrotizzante costituisce l’affezione più frequentemente presa in considerazione. L’esame istopatologico riflette il metodo usato per produrre le lesioni e può rivelare la presenza di sostanze estranee introdotte nella cute.
La maggioranza dei pazienti adulti con DA risulta affetta da disturbo borderline della personalità. Le lesioni cutanee sono ritenute “un richiamo di aiuto”. AII’anamnesi si possono riscontrare un abuso fisico a sessuale, depressione, scarso controllo degli istinti e un rapporto dipendente di manipolazione. La DA risulta meno frequentemente legata a un disturbo dissociativo o all’anoressia nervosa. Questa patologia dovrebbe essere differenziata dalle escoriazioni nevrotiche (i pazienti riconoscono un ruolo nello sviluppo delle lesioni cutanee), dalla simulazione (associata a un definito guadagno secondario), dalle escoriazioni depressive, dalle psicosi, dal ritardo mentale e dalla sindrome di Mùnchausen (di solito uomini con disturbi sociopatici di personalità). Con minore frequenza, la DA può rappresentare una risposta di maladattamento a breve termine nei confronti di uno stress psicosociale acuto. In modo caratteristico, il paziente appare sorprendentemente sconcertato e incapace di fornire una storia chiara sulla comparsa a sull’evoluzione delle lesioni, mentre la famiglia risulta spesso molto irritata e critica sul tipo di trattamento medico da seguire e non riesce a credere che il paziente sia in grado di fingere.
La terapia dermatologica è condizionata dalla presentazione clinica e può comprendere misure palliative, come bendaggi occlusivi, medicazioni umide, emollienti e pomate leggere. Nei casi più gravi può essere richiesta la chirurgia a anche l’amputazione. Sono raccomandate visite dermatologiche regolari, indipendentemente dalla presenza delle lesioni in modo che il paziente passa sentirsi seguito senza ricadere in un comportamento auto-distruttiva. Questo approccio terapeutico, per essere efficace, necessita di un esperto referente psichiatrico, poiché raramente risulta utile il confronto diretto. I pazienti con lesioni sul volto o sui genitali sono considerati più recettivi all’intervento psichiatrico e rispondono meglio all’associazione di
farmaci psicotropi con psicoterapia rispetto ai soggetti che mostrano lesioni sugli arti o diffuse su tutta la superficie corporea. lì trattamento psichiatrico è diretto alla patologia psichiatrica sottostante. La scelta del farmaco comprende antidepressivi, ansiolitici e antipsicotici. La pimozide può risultare efficace nei casi più resistenti, in particolare se è stata riportata la presenza di disestesia associata alle lesioni.
Sfortunatamente, nella maggior parte dei pazienti la DA rappresenta una condizione cronica, che peggiora e migliora in relazione agli eventi stressanti che si verificano nel corso della vita di un individuo. La prognosi più favorevole riguarda i bambini o lo scarso numero di adulti le cui lesioni autoindotte appaiono legate a una stress transitoria. Questi casi rispondono a un supporto di tipa emozionale, a modificazioni nell’ambiente e a un aumento della maturità.

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