Il Ciproterone in Tricologia
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Il Ciproterone in Tricologia

Il Ciproterone in Tricologia
Dott Andrea Marliani
Firenze
 

 

 

Sappiamo come un progestinico possa avere un effetto o androgeno o, viceversa, antiandrogeno.
Questo ha aperto il capitolo degli antiandrogeni ed ha decisamente allargato le possibilità terapeutiche dell’androgenismo cutaneo. Ricordiamo, a titolo storico, il 17 metil-nortestosterone, il 17 alfa-propiltestosterone ed il clormadione. Oggi l’antiandrogeno più usato, più maneggevole e più potente, è il ciproterone acetato, steroide derivato dal 17 idrossiprogesterone, dotato di marcata attività progestativa ed antigonadotropa da blocco ipofisario.
Il meccanismo di azione del ciproterone acetato a livello periferico è legato alla competizione con il diidrotestosterone per lo stesso recettore citosolico intracitoplasmatico. Si parla pertanto di meccanismo antiandrogeno “recettoriale”.
Il ciproterone si lega con il recettore citosolico con più affinità del diidrotestosterone e ne impedisce, quindi, il trasporto nel nucleo cellulare. Inoltre il ciproterone possiede certamente una debole azione inibente sulla 5 alfa reduttasi (azione comunque discussa e meno spiccata di quella del progesterone naturale). E’ ormai storico il cosiddetto “trattamento sequenziale inverso”, di Hammerstein e Cupceancu (1969), che furono i primi a trattare per via generale le donne affette da acne, seborrea, irsutismo, con 100 mg di ciproterone acetato associati a 0,05 mg di etinilestradiolo per 10 giorni, seguiti da 11 giorni di solo estrogeno.
Oggi il dosaggio più usato è quello di 0,035 mg di etinilestradiolo e 2 mg di ciproterone acetato a cicli di 21 giorni, sotto forma di pillola antifecondativa, reperibile in commercio come specialità medicinale. Questi bassi dosaggi di ciproterone acetato, validi nella seborrea e nell’acne, si sono dimostrati però insufficienti, o comunque di scarsa efficacia, nell’irsutismo e nella alopecia androgenetica femminile ed è pertanto consigliabile associare, nei primi 10 giorni di terapia con la specialità commerciale, 50 o 100 mg di ciproterone acetato, facendo poi seguire 11 giorni con la sola specialità estroprogestinica.
E’ forse superfluo ribadire che tale terapia antiandrogena generale deve essere, per sperare di ottenere un risultato valido e stabile, protratta per anni, e che è strettamente riservata al sesso femminile.
Il ciproterone acetato sembra possedere anche i requisiti fondamentali per essere usato topicamente a concentrazioni di 0,5-1% in soluzione idroalcolica. Con l’uso topico, sempre peraltro sconfessato dalla casa produttrice del farmaco, ci si propone di poter ottenere nella cute una concentrazione di steroide superiore a quella ottenibile con la somministrazione per via orale evitando al contempo gli effetti sistemici che ne precludono l’utilizzo al maschio.
L’assenza di alterazioni, durante la terapia topica, delle concentrazioni plasmatiche delle gonadotropine e del testosterone, depone per uno scarso (o assente) assorbimento o per una rapida inattivazione metabolica locale simile a quella del progesterone. I netti miglioramenti dei tricogrammi dei pazienti trattati depongono altresì per l’efficacia topica dell’ormone (Marliani A.).
L’effetto peculiare del ciproterone, essenzialmente di blocco del recettore citosolico del diidrotestosterone, spiega anche gli insuccessi, riportati dalla letteratura, nella terapia topica dell’acne con questo antiandrogeno, poiché l’ormone stimolante la secrezione sebacea sembra essere l’androstandiolo (3 alfa Ald) e non il diidrotestosterone.
L’effetto terapeutico sul defluvio, sull’acne e sulla seborrea della associazione orale etinilestradiolo+ciproterone appare dovuto più all’effetto dell’estrogeno ed al blocco della steroidogenesi ovarica che all’azione antiandrogena del ciproterone; tant’è che da quando la dose di etinilestradiolo nella associazione etica è stata portata da 50 a 35 mcg la sua capacità terapeutica sull’acne e sulla seborrea appare assai compromessa (l’efficacia sul defluvio è peraltro sempre stata molto aleatoria).
Rileviamo ancora che, poiché l’azione antiandrogena prevalente del ciproterone è dovuta alla sua affinità col recettore citosolico del diidrotestosterone, una preparazione per uso topico di progesterone e ciproterone, insieme, dovrebbe poter realizzare una blocco sequenziale del metabolismo intrafollicolare del testosterone presumibilmente di buona efficacia terapeutica e, a mio parere, di buona maneggevolezza.

 

 

 

 

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