Classificazione degli Effluvi e dei Defluvi
Una classificazione che sia al contempo pratica e soddisfacente degli effluvi e dei defluvi non è mai stata proposta.
Questo, forse, perché solo oggi la “Tricologia” comincia ad essere accettata e riconosciuta come una seria materia di studio e quindi a trovare dignità di fronte al medico – dermatologo.
La “Tricologia”, nonostante vi siano stati in passato dei grandi maestri anche in Italia, è materia nuova per il dermatologo, non è stata ancora codificata né tanto meno scolarizzata ed il termine stesso “Tricologia”, che appare sul dizionario della lingua italiana, Zingarelli Zanichelli, solo dall’edizione del 1997, non è ancora presente in alcun dizionario medico.
Fino ad oggi le alopecie sono state classificate secondo istologia (come cicatriziali e non cicatriziali) secondo prognosi (come reversibili e definitive) secondo l’anatomia del capello che cade (come in telogen ed in anagen) e secondo molti altri criteri, tutti comunque largamente insoddisfacenti specie su piano pratico.
In questa sede vogliamo proporre una classificazione pratica che si basa sul più semplice e “spontaneo” esame dei capelli, il pull test, e che potrei definire come “clinico-ambulatoriale”.
In presenza di una caduta di capelli l’esame obiettivo dermatologico ed il banale pull test permettono un semplice inquadramento classificativo del paziente che il più delle volte porta ad una diagnosi di massima.
Solo dopo una diagnosi, ed anche questa è cosa che pare impossibile dover ricordare, sarà possibile una terapia causale.
Vale anche la pena di ricordare che i termini “effluvio” e “defluvio” sono stati ormai definiti da Kligman (1961) e dalla letteratura internazionale.
EFFLUVIO
La caduta di alcune centinaia, talvolta migliaia, di capelli al giorno, tutti nella stessa fase (telogen o anagen) o sottofase, definisce il fenomeno dell’effluvio; si tratta di un evento tanto comune quanto impressionante ma generalmente benigno autolimitato e reversibile. Non c’è mai atrofia dell’annesso pilifero né della cute.
DEFLUVIO
Una caduta di capelli in telogen (più frequente) o in anagen (più rara), per lo più di intensità modesta e continua ma generalmente irreversibile, caratterizza il fenomeno del defluvio.
I capelli, se cadono in telogen (defluvio in telogen), presentano le caratteristiche tipiche dell’involuzione verso il pelo vellus.
Se cadono in anagen (defluvio in anagen) è l’annesso pilifero con l’epidermide che va rapidamente verso l’atrofia e la cute prende, istologicamente, l’aspetto tipico della alopecia cicatriziale.
Il pull test è un grossolano ma semplice esame semeiologico ambulatoriale che si compie facendo scorrere le dita fra i capelli e tirandoli dolcemente: i capelli si staccheranno dai follicoli in numero estremamente variabile. Ne deriveranno immediatamente alcune considerazioni diagnostiche.
1) Se con la modesta trazione si ottengono abbondanti capelli, 20 – 50 – 100 ed oltre, con i loro bulbi conservati, siamo certamente in presenza di un effluvio.
La caduta dei capelli costituisce per il paziente l’unico sintomo di calvizie incipiente ma, paradossalmente, tanto più questa è vistosa tanto meno, corrisponde, nella maggior parte dei casi, ad un reale pericolo di calvizie. L’effluvio è impressionante e comunissimo, e la sua benignità rende ragione della apparente “efficacia” di tante “cure” irrazionali.
Osservando poi i bulbi è facile distinguere, anche ad occhio nudo, un effluvio in telogen da un effluvio in anagen.
a) Nell’effluvio in telogen, che può essere caratterizzato dalla caduta in telogen di centinaia ed anche migliaia di capelli al giorno, si potrà osservare che i capelli caduti sono esclusivamente elementi in telogen senza segni di involuzione.
L’anamnesi facilmente ci farà distinguere un effluvio in telogen acuto da un effluvio in telogen cronico. L’effluvio in telogen acuto è un’onda di muta dovuta ad un evento “stressante” (generico) che colpisce anche tutti gli anagen 6°.
L’effluvio in telogen cronico (di durata superiore ai 3 mesi) sarà invece dovuto ad un evento “perturbante” ad andamento lungo o cronico, anche misconosciuto, che altera il normale ciclo del pelo.
b) Se i capelli si staccano con bulbi piccoli anageni, visivamente distrofici siamo certamente di fronte ad un effluvio in anagen: quasi sempre una alopecia areata, talvolta all’esito immediato di una terapia citostatica, un intossicazione acuta etc; ma l’anamnesi sarà facilmente dirimente.
2) Se i capelli che si staccano alla trazione con i loro bulbi conservati sono in numero modesto, ma il paziente presenta una chiara ipotrichia o una alopecia, siamo quasi certamente in presenza di un defluvio: si tratta cioè di una caduta di capelli per lo più modesta ma assai più grave per la progressiva ed irreversibile involuzione dell’annesso cutaneo verso il pelo vellus o della cute stessa verso uno stato cicatriziale.
a) Se ora osserveremo, fra i capelli staccati, la presenza di telogen miniaturizzati (ovvero dispalasici: Orfanos C.E.; ovvero animalizzati: Rebora A.; ovvero prematuri: Marliani A.) potremo porre diagnosi di defluvio in telogen di tipo maschile (sinonimo di defluvio androgenetico).
b) Se i capelli che si staccano sono anagen che portano con sé la guaina epiteliale interna, indice inequivocabile di un danno a livello del clivaggio fra le guaine, porremo diagnosi di defluvio in anagen: LED, lichen, pseudo area etc.
3) Se i capelli si staccano senza bulbi sono chiaramente capelli che si fratturano per malformazioni
o parassitosi o per maltrattamenti fisici e/o chimici.
BIBLIOGRAFIA essenziale
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CLASSIFICAZIONE CLINICO DIAGNOSTICA
DEGLI EFFLUVI E DEI DEFLUVI
Andrea Marliani